Home Restaurant : in arrivo il Codice Etico
Nonostante la smisurata crescita di tanto consenso sia dalla parte degli ospiti ( quindi dei cliente) che dalla parte dei ristoratori in casa, per molti amanti del settore che vanno dai semplici appassionati di cucina ai cuochi esperti, fino ai nuovi imprenditori di categoria, la scarsa e soprattutto cattiva informazione riguardo l’ambito legale del social eating ha portato molti a trovarsi disorientati e con tanti dubbi per la testa riguardanti tempi, norme e licenze necessarie per avviare il proprio home restaurant nella propria location.
Dopo la netta e decisa bocciatura dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato con un documento inviato direttamente al Ministero per lo Sviluppo Economico, al Ministero delle Finanze e a quello dell’Economia, oltre che alla Camera e al Senato, dal presidente della su detta, Giovanni Pitruzzella, si è aperto un dibattito tra i principali competitor e marchi del settore che si sono trovati discordanti e su posizioni totalmente agli antipodi. Ricordiamo quindi un paio di punti fermi e chiari in merito alle motivazioni che hanno reso necessario questo stop.
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1) La legge bocciata dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, prevedeva un numero di coperti non superiore a quello di 500 l’anno (una media di meno di un cliente e mezzo al giorno)
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2) Il ricavato dell’attività non avrebbe potuto fatturare una cifra superiore ai 5000 euro lordi nei 12 mesi. (Rendendo l’ home restaurant indispensabile per pagare un mese del cibo del vostro gatto)
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3) Si sarebbe costretto il cliente a dover pagare anticipatamente al servizio di ristorazione in casa, vietandone la libera scelta a discrezione dello stesso cliente e del ristoratore, attraverso l’obbligo di passare necessariamente dalle piattaforme web piuttosto che da qualunque forma di canale libero, anche come annuncio.
Contro queste insensate e limitative restrizioni si è subito scagliato Gaetano Campolo, Ceo e founder di Homerestauranthotel.it , che ai microfoni si è dichiarato”.. contro ogni vincolo anti concorrenziale insensato e contro quei vincoli più ‘pericolosi’ che mettono gli interessi personali di una manciata di persone davanti al beneficio del collettivo e dell’economia stessa, destinata a risollevarsi dopo il temporale e a un ampio respiro portato da settori innovativi come questo: il social eating”. Settori che sono si, delle vere opportunità e che possono aiutare la gente a trovare la propria strada costruendo su solide basi il proprio futuro. Cosi, abbandonate per un attimo le polemiche in merito , passato qualche mese, è in arrivo, da parte della medesima piattaforma di Gaetano Campolo, Homerestauranthotel.it, un codice etico da prendere come riferimento unico all’avviamento e alle gestione di un’attività a norma e tutelata. Relatori e firmatari di questo codice sono lo Studio Legale Taormina per conto della GC restaurant & management srls.

In attesa del documento legale ecco in breve l’essenziale di cui necessità un home restaurant per iniziare a lavorare:
Per avviare un’attività di home restaurant all’interno della propria abitazione regolarmente occorrono i seguenti requisiti:
1 Il certificato di haccp che si può ottenere al costo di 50 euro
2 Licenza di somministrazione alimenti e bevande al costo di circa 300 euro
3 Dichiarazione al più vicino distretto di Polizia di Stato della pratica di attività di home restaurant al corrispettivo indirizzo e al corrispettivo o eventuale interno dell’edificio
Per quel che riguarda la fatturazione e il settore fiscale, fino a 5 mila euro di incasso annuo basta il codice fiscale. Superati i 5 mila euro con partita iva. In assenza di una legge di settore chi segue questi passaggi e ottiene questi requisiti ha a tutti gli effetti un home restaurant riconosciuto dalla legge italiana.